RADIOAMATORI E GUERRA: COSA SUCCEDE?

In caso di guerra o di gravi emergenze nazionali le attività radioamatoriali possono essere sospese per legge. Ecco in modo chiaro come funziona.

Il quadro normativo

In Italia, ma anche in molti altri paesi europei, le licenze radioamatoriali sono rilasciate con la clausola che:

  • in caso di guerra, mobilitazione o emergenza nazionale, il Ministero competente può revocare o sospendere le autorizzazioni;
  • è previsto dalle norme sul Codice delle comunicazioni elettroniche (in Italia il D.Lgs. 259/2003 e successive modifiche).

Questo perché, in quelle situazioni, tutte le frequenze radio diventano risorse strategiche dello Stato, e possono essere riservate esclusivamente a scopi militari, di protezione civile o di sicurezza pubblica.

Come funziona nella pratica

  • Arriva una direttiva ministeriale o un decreto che ordina la sospensione immediata delle attività radioamatoriali.
  • I radioamatori devono spegnere le stazioni e non usare più le frequenze assegnate.
  • Le infrastrutture (come ponti ripetitori) possono essere spente, sequestrate o messe sotto controllo statale.
  • Le uniche trasmissioni consentite sono quelle autorizzate direttamente dalle autorità (Protezione Civile, Forze Armate, ecc.).

È già accaduto?

  • Durante la Seconda Guerra Mondiale: le attività radioamatoriali furono vietate, e in molti paesi le apparecchiature furono requisite.
  • Durante la Guerra Fredda: in Italia e altrove erano previste norme pronte a sospendere le licenze in caso di mobilitazione, anche se non si arrivò mai a un blocco generalizzato.
  • Esempi recenti: in alcuni conflitti (es. Ucraina 2022), le attività radioamatoriali sono state vietate o fortemente limitate per motivi di sicurezza.

Perché avviene

  • Evitare che trasmissioni civili possano interferire con le comunicazioni militari.
  • Impedire che informazioni sensibili vengano diffuse o intercettate da soggetti ostili.
  • Controllare l’uso dello spettro radio, che diventa parte integrante dello sforzo bellico.

Scenario italiano

Se dovesse accadere in Italia, le attività radioamatoriali come spiegato sopra verrebbero bloccate dall’alto in un colpo solo. Per questo sistemi alternativi non legati a licenze radioamatoriali (come sistemi PoC Radio, reti private VoIP, PMR446 non regolamentate) avrebbero margini di utilizzo, almeno fino a eventuali ulteriori restrizioni.

Riferimento normativo principale: D.Lgs. 1 agosto 2003, n. 259 — Codice delle comunicazioni elettroniche

  • È la legge che regola reti e servizi di comunicazione elettronica, inclusi i servizi radioelettrici.
  • All’interno del Codice ci sono disposizioni che prevedono che lo Stato o le autorità competenti possano imporre limitazioni, sospensioni, revoche di autorizzazioni generali per l’uso dello spettro radio, soprattutto in caso di esigenze della difesa, della sicurezza nazionale o di emergenza.

Articolo significativo: articolo 5 del Codice

  • L’articolo 5 stabilisce che il Ministero (e le autorità competenti) garantiscono la conformità del decreto alle esigenze della difesa e sicurezza dello Stato, protezione civile, salute pubblica. In tali casi, le limitazioni all’uso dello spettro o alle reti e servizi di comunicazione possono essere poste con proprie disposizioni di legge o regolamentari.

Articolo sui diritti d’uso dello spettro / sospensione / revoca

  • Nel D.Lgs. 259/2003, ci sono parti che parlano di “limitazione o revoca dei diritti d’uso dello spettro radio”.
  • C’è anche il riferimento a “sospensione dell’attività autorizzata per un periodo non superiore a sei mesi” oppure la revoca in certi casi.

Focus su quanto argomentato

Quindi si: esiste una base legale teorica nel Codice delle comunicazioni elettroniche che permette allo Stato di sospendere, limitare o revocare licenze di uso dello spettro radio in situazioni eccezionali (sicurezza, difesa, emergenza).