Radio, torcia, zaino pronto: il kit d’azione rapido

Quando l’acqua sale e la corrente elettrica salta, non c’è tempo per frugare nei cassetti. Serve un kit d’azione rapido, piccolo ma vitale, che ti permetta di affrontare le prime ore senza panico e senza improvvisare. La differenza tra caos e lucidità sta tutta in ciò che hai pronto a portata di mano.

La radio: la voce che non si spegne

  • Una radio FM portatile a batterie abbinata a una PoC Radio/PMR, ti garantisce notizie e contatti anche quando i telefoni non funzionano.
  • Batterie di ricambio o Power Bank.
  • Salvare in anticipo le frequenze di emittenti locali o i canali del tuo gruppo PoC Radio/PMR di quartiere.

La torcia: la luce che rassicura

  • Una torcia LED compatta, con modalità lampeggiante di segnalazione.
  • Una torcia frontale permette di avere le mani libere.
  • Pile di riserva sigillate in un sacchetto impermeabile.

Lo zaino pronto: la tua “borsa del minuto”

All’interno non serve portare tutto, ma solo ciò che serve per le prime ore:

  • Documenti, chiavi, denaro in contanti in bustina impermeabile.
  • Bottigliette d’acqua e snack ad alta energia.
  • Coperta isotermica e mantella antipioggia.
  • Fischietto e piccolo kit di pronto soccorso.
  • Caricabatterie da auto o power bank impermeabile.

Il principio del minuto

Un kit d’azione rapido deve poter essere afferrato e indossato in meno di un minuto. Non deve pesare più di 5-6 kg e deve essere riposto in un luogo sempre accessibile, vicino all’ingresso di casa.

Una testimonianza diretta

“Quando l’acqua ha invaso il piano terra ho preso lo zaino che tenevo pronto in corridoio. Dentro avevo torcia, radio e documenti. Non ho perso tempo e ho potuto aiutare anche mia madre a salire subito al piano superiore.”
Giorgia, residente a Roma, nubifragio 2018

Focus

Radio, torcia e zaino pronto non sono oggetti da escursionisti, ma strumenti urbani di sopravvivenza. Avere un kit d’azione rapido significa non sprecare minuti preziosi cercando le cose nel buio e nel panico. È la linea di partenza per affrontare l’alluvione con un vantaggio concreto.

Come usare le PoC Radio in mancanza di linea

Immagina: il blackout si protrae, il telefono segna “nessun servizio” e la chat di famiglia è muta. Provi a richiamare, ma la linea non parte. In quel silenzio digitale, una voce limpida rompe il vuoto: è la tua PoC Radio, che funziona dove lo smartphone ha ceduto.

Cosa sono e perché fanno la differenza

Le PoC Radio (Push-to-Talk over Cellular) sfruttano internet per trasmettere la voce, come una sorta di walkie-talkie evoluto. In condizioni normali usano le reti dati (4G, Wi-Fi), ma in un blackout prolungato hanno ancora due assi nella manica:

  • possono collegarsi a reti locali dedicate, indipendenti dai gestori telefonici,
  • possono essere integrate in una rete cittadina di emergenza tra utenti già preparati.

Quando lo smartphone crolla

  • Dopo 4-6 ore i ripetitori iniziano a spegnersi e la rete dati collassa.
  • Una PoC configurata su un server privato continua a funzionare se c’è anche solo un punto di accesso internet attivo (generatori, hotspot di emergenza, Wi-Fi locali).
  • In alcuni quartieri, gruppi di cittadini e associazioni hanno già creato canali di backup che restano operativi durante crisi prolungate.

Come usarle in pratica

  • Canali familiari o di quartiere: definisci prima quali contatti devono restare collegati (famiglia, vicini, colleghi).
  • Procedure brevi: messaggi rapidi, chiari, senza conversazioni lunghe. La regola è parlare pochi secondi per lasciare spazio agli altri.
  • Zaino urbano: tieni la PoC carica con una batteria di riserva. Una radio spenta o scarica è inutile quanto un telefono muto.

Focus

La PoC Radio non sostituisce lo smartphone, ma lo affianca: è lo strumento che tiene viva la rete sociale quando il digitale crolla. Una voce ricevuta in emergenza vale più di mille notifiche che non arrivano.

Piano familiare di comunicazione: cartaceo, vocale e digitale

Comunicare in emergenza, anche senza Internet

Quando succede qualcosa di serio — un blackout, un’alluvione, un’interruzione delle reti mobili — la prima domanda è sempre: “Dove sono i miei?”
Ed è in quel momento che capisci se hai un piano oppure no.
Un piano di comunicazione familiare ben costruito può fare la differenza tra ansia e lucidità, tra caos e coordinamento.

E non serve essere esperti di tecnologia: bastano carta, voce e buon senso.

Tre livelli, una sola regola: restare in contatto

Il piano familiare di comunicazione si sviluppa su tre livelli complementari:

  • CartaceoFunziona sempre, anche senza elettricità o rete
  • VocaleAdatto a bambini e anziani
  • DigitaleRapido, ma va preparato con intelligenza

Non si tratta di scegliere uno solo. Si tratta di usarli insieme, secondo la situazione.

Il piano cartaceo: semplice, stampato, visibile

Ogni casa dovrebbe avere:

  • Una scheda plastificata con:
    • Nomi e numeri di tutti i componenti della famiglia
    • Un punto di ritrovo fisico in caso di separazione
    • Una lista delle persone di fiducia da contattare
  • Una mappa del quartiere o della zona (anche stampata da Google Maps), con segni evidenti: casa, scuola, lavoro, pronto soccorso
  • Una copia cartacea del piano in zaini, auto e borsa di ogni adulto

Importante: anche i bambini devono saper dove si trova e cosa contiene questa scheda.

Il piano vocale: codici semplici e tono rassicurante

La voce è lo strumento più potente nei momenti critici.
Per questo bisogna preparare:

  • Codici vocali brevi e chiari (es. “VERDE” = tutto ok, “ROSSO” = ho bisogno di aiuto, “GIALLO” = ci risentiamo tra 15 min)
  • Frasi guida da usare in emergenza (es. “Ci sono, ora ti spiego”, “Segui la mia voce”, “Ci incontriamo lì”)
  • Allenamenti settimanali da 1 minuto per ripetere questi codici tra adulti, bambini e anziani
  • Voce calma, ferma, calda: trasmettere sicurezza è più importante delle parole stesse

Il piano digitale: sì, ma con intelligenza

La tecnologia è utile, ma non va mai data per scontata.
Un buon piano digitale prevede:

  • Gruppo PoC Radio familiare sempre attivo (prioritario)
  • Messaggi precompilati nei telefoni (es. “Sto bene, ci vediamo al punto A”)
  • App leggere e offline-friendly (es. messaggi via Bluetooth, notifiche via radio PoC)
  • Condivisione della posizione solo quando serve, per risparmiare batteria

Prevedere cosa fare quando la rete non funziona è il vero segreto della comunicazione efficace.

Ogni membro deve sapere cosa fare

Il piano di comunicazione è inutile se lo conosce solo uno dei due genitori.
Ogni componente della famiglia — inclusi bambini e nonni — deve:

  • Sapere a chi rivolgersi
  • Capire il significato dei codici vocali
  • Avere accesso alla scheda cartacea
  • Saper usare almeno uno strumento di comunicazione (radio, cellulare, messaggio scritto)

Prove brevi, settimanali, senza stress

Una volta alla settimana, 5 minuti:

  • Un messaggio vocale da decodificare
  • Una simulazione: “se non ci fosse campo, dove ci ritroviamo?”
  • Un controllo delle batterie e delle PoC

Con leggerezza, come se fosse un gioco. Ma con serietà.

Focus

  • Un buon piano di comunicazione familiare non dipende dalla tecnologia, ma dalla chiarezza.
  • Deve essere visibile, condiviso e allenato.
  • Carta, voce e strumenti digitali devono coesistere in modo intelligente.
  • Anche i più piccoli devono potersi orientare in caso di emergenza.

Il segreto non è “avere un piano”.
Il segreto è averlo spiegato a tutti.

ALLUVIONI

Alluvioni, uno dei rischi più concreti e frequenti nel contesto italiano, soprattutto urbano. A differenza di altri scenari più ipotetici, le alluvioni sono già una realtà: colpiscono città, quartieri, scuole, negozi, famiglie, e spesso con poco preavviso.

Il Prepping Cittadino applicato alle alluvioni ha un grande valore perché:

  • è pragmatico, applicabile da chiunque,
  • può fare la differenza tra la sicurezza e il panico,
  • fornisce strumenti sia preventivi, sia reattivi, sia post-evento.

Modulo 1 – Capire il rischio: alluvioni urbane e cambiamento climatico

Scopo: creare consapevolezza locale e personale sul rischio reale.

Modulo 2 – Prevenzione domestica e familiare prima dell’evento

Scopo: rendere la casa, la famiglia e il quartiere meno vulnerabili.

Modulo 3 – Cosa fare durante un’alluvione (in casa o fuori)

Scopo: fornire istruzioni semplici, pratiche, salvavita.

Modulo 4 – Bambini, anziani, animali: la protezione dei fragili

Scopo: evitare panico e disorganizzazione familiare.

Modulo 5 – Dopo l’acqua: ritorno a casa, sicurezza, bonifica

Scopo: ridurre danni e pericoli nel post-evento.