NUOVO INDICE LPL RISCHIO IMMINENTE

Un nuovo servizio per la comunità: monitoraggio droni e minacce ibride in Europa

Negli ultimi mesi l’Europa sta vivendo episodi che, fino a poco tempo fa, sembravano lontani: droni non identificati sopra basi militari, cyberattacchi mirati, interruzioni delle comunicazioni. La Danimarca e la Polonia sono solo gli ultimi tasselli di una catena di segnali deboli che diventano sempre più forti.

La novità

Prepping Cittadino introduce un servizio dedicato di monitoraggio e analisi delle minacce ibride, con focus particolare sugli avvistamenti di droni e sulle incursioni non convenzionali. È un’integrazione diretta agli strumenti già disponibili sul portale: allerte meteo, black-out, disservizi idrici, mobilità e comunicazioni.

Lo trovi sul canale Telegram

Il nuovo indice LPL RISCHIO IMMINENTE è stato integrato nel seguente canale Telegram:

https://t.me/INDICE_ALLERTA_LPL

Perché è necessario

Gli ultimi eventi mostrano chiaramente che l’Europa non è “fuori dal gioco”. Al contrario, il nostro continente è già bersaglio di azioni che non colpiscono in modo frontale ma cercano di logorare la sicurezza e la fiducia. Per chi si occupa di resilienza urbana e familiare, questi episodi non sono curiosità da giornale, ma campanelli che vanno ascoltati.

L’utilità concreta

  • Comprendere in anticipo gli scenari che potrebbero ricadere anche sulla vita quotidiana (blocchi aerei, stop nei trasporti, interruzioni digitali).
  • Integrare i piani familiari di emergenza con nuove variabili (ad esempio: se lo spazio aereo locale viene chiuso per droni, cosa cambia nella mobilità?).
  • Avere una fonte autorevole e centralizzata che seleziona e interpreta, senza cadere in allarmismi o disinformazione.

Visione a lungo termine

Il progetto Prepping Cittadino non nasce per rincorrere le notizie, ma per creare continuità e credibilità. Inserire il monitoraggio droni significa riconoscere che i rischi moderni non arrivano solo dal maltempo o dalle infrastrutture, ma anche dal cielo e dal cyberspazio. Prepararsi vuol dire allargare lo sguardo senza perdere la concretezza.

Criteri e legenda

Sistema a 5 livelli per classificare il rischio acuto / imminente:

LivelloSignificatoAzione attesa / implicazione
LPL 1 (Molto basso)Minima probabilità di escalation o danniMonitoraggio ordinario, risposta standard
LPL 2 (Basso)Rischio contenuto ma da seguireRafforzare vigilanza, predisporre riserve
LPL 3 (Moderato)Rischio concreto di provocazioniAttivazione capacità antidrone, allerta comandi
LPL 4 (Alto)Minaccia rilevante, possibile incidenteDifesa attiva e misure deterrenti
LPL 5 (Molto Alto)Alto rischio di conflitto / escalationMassima prontezza, possibile risposta militare

Focus

Con questo nuovo servizio, la community guadagna un ulteriore strumento di consapevolezza e resilienza civile dal basso. Non si tratta di militarizzare il dibattito, ma di rendere accessibile a tutti una comprensione più ampia del presente. In un mondo che cambia, la resilienza parte dall’informazione corretta e dall’anticipazione.

WYRYKI: NON UN DRONE RUSSO, MA UN MISSILE POLACCO HA DISTRUTTO IL TETTO

Nella notte tra il 9 e il 10 settembre, la Polonia è stata nuovamente teatro delle incursioni di droni russi. Diversi velivoli sono stati abbattuti, ma un episodio a Wyryki, nella regione di Lublino, ha suscitato interrogativi fin dal primo momento.

Il tetto di una casa era stato completamente distrutto, e inizialmente si pensava fosse stato colpito da un drone o da un suo frammento. La procura di Lublino aveva parlato di cause incerte, mantenendo il massimo riserbo.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Rzeczpospolita, le indagini avrebbero invece portato a una conclusione sorprendente: non un drone russo, ma un missile aria-aria lanciato da un F-16 polacco sarebbe precipitato sull’abitazione, a causa di un malfunzionamento del sistema di guida.

Un missile fuori controllo

La fonte citata dal giornale spiega che il missile, lungo circa 3 metri e dal peso superiore ai 150 kg, non ha provocato un’esplosione solo grazie ai dispositivi di sicurezza della spoletta, che hanno impedito l’innesco. Resta il fatto che il razzo sia caduto direttamente sul tetto della casa, distruggendolo.

Il proprietario, Tomasz Wesołowski, ha raccontato a Reuters di aver udito un forte botto subito dopo il passaggio di un aereo, e di aver trovato il tetto letteralmente sbriciolato. Anche la moglie, Alicja, ha parlato di momenti di terrore, pensando persino a un attentato.

Danni stimati e sfollamento

Secondo il sindaco di Wyryków, Bernard Błaszczuk, i costi per la riparazione sono stati stimati in circa 50.000 zloty (poco più di 11.000 euro). La famiglia è stata sistemata in un appartamento provvisorio, in attesa di capire se potrà tornare nella propria abitazione.

Prepping Cittadino

L’episodio di Wyryki insegna che il prepping cittadino non è paranoia, ma prudenza concreta. Anche lontano dal fronte, le famiglie possono trovarsi improvvisamente senza casa o senza certezze. Prepararsi oggi significa non farsi trovare impreparati domani.

MONTAGNE “RUSSE”

La sensazione di “montagne russe” emotive è reale. Non è solo una percezione: in giornate come quella di ieri, 15 settembre 2025, i segnali che ci hanno inondato da più direzioni sono stati contraddittori e volutamente ambigui.

Proviamo a mettere ordine:

Escalation verbale
– La dichiarazione di Peskov (“NATO di fatto in guerra con la Russia”) è durissima, ed è il tipo di frase che fa saltare tutti i radar mediatici.
– Questo alimenta l’idea che siamo a un passo dal conflitto globale.

Gestualità opposta (apertura)
– Nello stesso arco temporale, però, Mosca e Minsk fanno vedere le esercitazioni a osservatori USA e NATO.
– È un messaggio diverso: vi mostriamo, quindi non stiamo preparando un attacco a sorpresa.

Il gioco della doppia comunicazione
– Sia Russia che NATO usano due registri contemporaneamente: minacciare per tenere alta la pressione e aprire finestre di trasparenza per evitare che la pressione diventi ingestibile.
– Questo crea la schizofrenia apparente: oggi sembra guerra mondiale, un’ora dopo sembra quasi routine militare.

Cosa significa davvero?
– Non siamo a un passo dall’inizio automatico della Terza Guerra Mondiale: nessuno, né Mosca né Washington, ha convenienza ad arrivarci.
– Siamo però in un contesto di rischio elevato, dove ogni dichiarazione o esercitazione ha un peso enorme perché viene letta come un possibile preludio.

Perché i media alimentano confusione
– Ogni agenzia prende un frammento: Reuters rilancia l’apertura, Tass rilancia la forza, i media italiani spesso arrivano in ritardo o scelgono un solo angolo.
– Risultato: sembra che la realtà cambi di ora in ora, mentre in realtà convivono tensione costante + piccoli atti di controllo della tensione.

Dati alla mano

Ieri, INDICE LPL, per l’Europa ad un certo punto della giornata è schizzato ad un valore estremamente alto.

Ecco una sintesi:

Alert Papa Lima Papa – 15 settembre 2025

  • Rischio globale (mondiale): 7/10
    – Livello alto, ma non critico. Le parole di Peskov hanno alzato la temperatura, ma le aperture sulle esercitazioni mostrano che nessuno vuole lo scontro diretto immediato.
  • Rischio Europa (area NATO-Russia): 8/10
    – Zona calda. Le esercitazioni Zapad-2025 + retorica sulla NATO in guerra portano l’Europa vicina al punto di frizione. Baltici e Polonia in massima allerta.
  • Rischio Italia: 4/10
    – Per ora basso-medio. L’Italia non è al fronte, ma come membro NATO resterebbe coinvolta se ci fosse escalation. Nessun segnale specifico su minacce dirette al territorio nazionale.

Interpretazione pratica

Non siamo nel “giorno X”: non c’è un segnale operativo di guerra immediata.
Siamo però in fase di stress-test: dichiarazioni dure + gesti di trasparenza servono a spostare la linea rossa un po’ più avanti ogni giorno.
Le prossime 72 ore saranno da monitorare attentamente per capire se il clima rimane sotto controllo (commenti misurati da USA/NATO/RUSSIA) o se partirà un altro giro di provocazioni.

FOCUS
Non è che oggi è guerra mondiale e domani no — siamo dentro a una fase in cui ogni gesto viene esasperato, e i segnali opposti fanno parte della stessa strategia di pressione.

Ora più che mai è fondamentale mantenere un approccio pragmatico e lucido, senza lasciarsi travolgere dal flusso delle notizie.
Il pericolo esiste, è evidente e non va sottovalutato. Allo stesso tempo, però, il rischio peggiore sarebbe cedere al panico, all’ansia o alla disperazione: non servirebbe a nulla.

Le informazioni che raccogliamo devono essere sempre filtrate e valutate con attenzione, secondo i protocolli già disponibili sul nostro portale, per poi agire di conseguenza.

Per l’Italia, il livello di rischio resta molto basso. Continuiamo a monitorare la situazione con algoritmi dedicati e vi aggiorneremo costantemente su ogni sviluppo significativo.

Il nostro consiglio è semplice: fate buon uso delle informazioni che vi forniamo, interpretatele con intelligenza e coglietene lo spirito in maniera ragionevole

L’ITALIA LAVORA A UN PIANO PER GLI OSPEDALI IN CASO DI GUERRA

Ecco un riassunto dell’articolo “Anche l’Italia lavora a un piano per gli ospedali in caso di guerra: cosa sappiamo” (Sky TG24, 14 set 2025):

Contesto

  • Il conflitto Russia-Ucraina e recenti episodi (es. droni russi che sorvolano la Polonia) hanno acceso le preoccupazioni in Europa su possibili escalation.
  • Paesi come Francia e Germania stanno già predisponendo misure per preparare la rete ospedaliera a gestire feriti militari in caso di guerra.

Cosa sta facendo l’Italia

Interlocuzioni istituzionali

  • Coordinamento tra Palazzo Chigi, il ministero della Difesa e il ministero della Salute.
  • È stato istituito un “Tavolo permanente in materia di resilienza di soggetti critici” tramite decreto. Questo organismo ha circa 10 membri.
  • Il tavolo si è già riunito più volte.

Strategia in via di definizione

  • Si sta lavorando a una strategia sulla resilienza in campo sanitario, per definire i ruoli e le responsabilità di istituzioni, enti e strutture sanitarie nell’affrontare emergenze sanitarie su vasta scala.
  • Vengono considerati scenari estremi: incidenti C.R.B.N. (chimici, radiologici, biologici, nucleari) e anche la possibilità che vengano attivati gli articoli 3 e 5 del Trattato Atlantico (rispettivamente mutua assistenza & difesa collettiva).

Possibili scenari operativi

  • Si ipotizza che gli ospedali dovranno essere pronti a gestire un afflusso di feriti militari, con bisogni particolari come la traumatologia e le terapie intensive.
  • Si prevede anche che la Protezione Civile avrà un ruolo chiave, nell’organizzazione, nella gestione dei posti letto e nella risposta alle crisi.

Criticità e dichiarazioni

  • Alcuni esperti sottolineano che in Italia non c’è ancora una piena consapevolezza pubblica della situazione, intendendo che molti cittadini non percepiscono l’attuale contesto come “prebellico”.
  • Si evidenzia la necessità che le istituzioni non si muovano “troppo tardi”, ma inizino subito a coordinarsi concretamente, come già avviene in Francia e Germania.