L’importanza del linguaggio in emergenza
Le parole giuste salvano più della forza: parlarsi bene, sempre
Nelle emergenze, le parole non sono mai neutre.
Possono rassicurare, oppure alimentare il panico. Possono guidare, oppure confondere.
Il modo in cui si parla prima, durante e dopo un evento critico ha un impatto diretto sul comportamento e sulle emozioni di chi ci ascolta.
E in una famiglia, questo vale ancora di più.
Allenare l’uso di un linguaggio sano, semplice e costruttivo è parte integrante della preparazione psicologica.
E può fare la differenza quando tutto sembra sfuggire di mano.
Prima dell’evento: preparare senza allarmare
Il linguaggio usato nella fase di prevenzione deve:
- Informare senza spaventare
- Coinvolgere senza forzare
- Creare familiarità con le soluzioni, non con i problemi
Esempi efficaci:
“Oggi proviamo a vedere dove abbiamo le torce, così siamo pronti.”
“Se un giorno non ci fosse corrente, sapremmo comunque come sentirci.”
Evitare:
- “Quando ci sarà il disastro…”
- “Non ci sarà più nulla…”
- “Prepariamoci al peggio…”
Durante l’evento: scegliere parole che guidano
Nel pieno dell’evento, il linguaggio deve:
- Essere essenziale e chiaro
- Evitare ipotesi, commenti o giudizi
- Trasmettere un ritmo stabile e una direzione precisa
Frasi utili:
“Ora facciamo così.”
“Stiamo insieme, passo per passo.”
“Va bene. Respiro. Ci siamo.”
“Parlami lentamente, ti ascolto.”
Attenzione a:
- Frasi confuse o spezzate
- Toni aggressivi o sarcastici
- “Perché non hai fatto…?”, “Te l’avevo detto…” (distruttive nel caos)
Dopo l’evento: rielaborare con rispetto
Nel post-emergenza, il linguaggio serve a:
- Ricomporre, non rivangare
- Aiutare bambini e adulti a dare un senso all’esperienza
- Validare le emozioni senza colpevolizzare
Frasi da usare:
“Hai fatto del tuo meglio.”
“È normale aver avuto paura, anche io.”
“Cosa ti ha aiutato a restare tranquillo?”
“Vuoi raccontarmi cosa hai vissuto?”
Parole da evitare:
- “È stato tutto inutile…”
- “Non serve parlarne…”
- “Non è successo niente” (negare crea vuoti emotivi)
Focus
- Il linguaggio è uno strumento potente di preparazione emotiva
- Prima dell’emergenza: usa parole chiare, concrete e rassicuranti
- Durante: poche parole, tono stabile, messaggi operativi
- Dopo: ascolto, riconoscimento emotivo, dialogo aperto
- In una famiglia preparata, il modo in cui ci si parla è già parte della protezione