PREPPING CITTADINO: QUANDO IL PERICOLO ARRIVA DALLA TECNOLOGIA

Cammini sotto la pioggia, il vento ti sferza in volto e ti stringi nel giubbotto impermeabile. È un’immagine tipica quando si parla di “protezione”: pensiamo subito a meteo avverso, blackout o traffico paralizzato. Ma c’è un altro potenziale pericolo, invisibile e altrettanto concreto, che oggi abita le nostre città: la tecnologia che ci circonda. Non parliamo di fantascienza, ma di fatti recenti.

Videocamere che diventano finestre sulla tua vita

A Treviso è stato scoperto un sito web liberamente accessibile dai motori di ricerca, con migliaia di filmati rubati da telecamere di sorveglianza. Non solo appartamenti privati, ma anche centri estetici e studi medici. Migliaia di occhi digitali hackerati, trasformati in un grande spettacolo a pagamento.

Secondo l’analisi della società di cybersecurity Yarix, la piattaforma è attiva almeno da dicembre 2024 e raccoglie oltre 2.000 videocamere compromesse in tutto il mondo. Un utente può sfogliare gli estratti gratuiti oppure comprare l’accesso diretto, con prezzi che vanno da 20 a 575 dollari. I pagamenti? Su Telegram, attraverso un bot che funziona come un supermercato dell’intimità.

L’archivio che funziona come un motore di ricerca

Il portale cataloga i video con tag che descrivono luoghi, stanze e persino attività delle persone riprese. Non serve essere hacker: basta digitare quello che si vuole vedere, come fosse una normale piattaforma video. In Italia risultano già almeno 150 filmati, un numero in costante crescita.

Domini lontani, giustificazioni vicine allo zero

Il sito è registrato alle Isole Tonga, una scelta che mette i gestori al riparo da controlli stringenti e da accordi di cooperazione internazionale. Ufficialmente dichiarano di voler “sensibilizzare” sui rischi delle falle digitali. Ma la realtà è un business morboso, pronto a monetizzare con abbonamenti e vendite.

Prepping cittadino non è solo zaini e torce

Qui entra in gioco il concetto di prepping cittadino. Prepararsi non significa soltanto avere la torcia carica in caso di blackout o sapere la strada alternativa durante un’alluvione. Significa anche:

  • proteggere la propria casa digitale (password robuste, aggiornamenti costanti, router sicuro);
  • non lasciare dispositivi connessi con impostazioni predefinite;
  • sapere che telecamere e smart device, se mal gestiti, sono come finestre spalancate sul salotto di casa.

Le indagini e il futuro

La polizia Postale sta verificando l’origine dei contenuti e se ci siano anche video costruiti ad hoc. Nel frattempo, Yarix continua a monitorare la piattaforma. Ma per i cittadini, la vera lezione è un’altra: la resilienza urbana oggi significa difendersi non solo dalla natura, ma anche dalla tecnologia che portiamo dentro le nostre mura domestiche.

Focus

Il prepping cittadino non è paranoia: è consapevolezza. Una famiglia che aggiorna il proprio router o cambia le password di default delle telecamere è tanto resiliente quanto chi prepara scorte d’acqua o un kit per i blackout. Le emergenze non arrivano solo dal cielo: a volte viaggiano in silenzio attraverso un cavo di rete.

Se sei in casa: salire, staccare corrente, sigillare porte

L’acqua non bussa, entra. Prima goccia sotto la porta, poi un rigagnolo, poi il livello che sale veloce. In quel momento la differenza la fanno i gesti che compi nei primi minuti. Restare in casa può essere sicuro, ma solo se sai come agire subito e senza esitazioni.

Salire: la regola d’oro

  • Spostati ai piani superiori o sul tetto se necessario.
  • Evita i sotterranei, cantine e garage: sono i primi a riempirsi e diventano trappole mortali.
  • Porta con te lo zaino d’emergenza già pronto, con torcia, radio e documenti.

Staccare corrente e gas

  • Spegni il contatore elettrico per evitare cortocircuiti e incendi.
  • Chiudi il gas: le fughe in presenza di acqua sono un rischio serio.
  • Non usare mai elettrodomestici o prese in zone già bagnate.

Sigillare porte e aperture

  • Usa sacchi di sabbia, asciugamani o coperte bagnate per rallentare l’ingresso dell’acqua.
  • Chiudi bene finestre e portoni.
  • Proteggi porte e finestre al piano terra con barriere improvvisate: anche un mobile pesante può rallentare la pressione dell’acqua.

Prepararsi a passare ore isolati

  • Tieni a portata radio o PoC Radio/PMR, cibo e acqua.
  • Rimani in contatto con la famiglia: stabilisci un punto di riunione all’interno della casa.
  • Evita di scendere o uscire se non autorizzato: i soccorsi arriveranno, ma nel frattempo la tua priorità è guadagnare tempo e restare al sicuro.

Una testimonianza diretta

“Abbiamo sigillato la porta d’ingresso con asciugamani bagnati e siamo saliti al piano superiore. Nonostante l’acqua abbia invaso il piano terra, abbiamo avuto luce, radio e viveri sufficienti per resistere fino all’arrivo dei soccorsi.”
Francesco, residente a Firenze, alluvione 2019

Focus

Se sei in casa durante un’alluvione, ogni gesto conta: salire in alto, staccare la corrente e sigillare le porte non sono solo consigli pratici, ma veri protocolli di sopravvivenza. Prepararsi mentalmente a queste azioni significa ridurre il panico e aumentare le possibilità di affrontare l’evento senza conseguenze gravi.

Dove tenerle in casa: posizioni strategiche da non sbagliare

Il buio è improvviso. Ti alzi per prendere una torcia, ma dove l’hai messa? Inizi a cercare a tentoni, inciampi in una sedia, e intanto il panico sale. Avere luce in casa non basta: conta dove la tieni.

Vicino agli ingressi
Una lampada portatile o un led d’emergenza vicino alla porta d’ingresso e a quelle di uscita ti permette di orientarti subito, anche se il blackout ti coglie mentre stai per uscire o rientrare.

Nelle stanze più vissute
Cucina e soggiorno sono le aree dove si passa più tempo. Tenere lì una fonte di luce accessibile riduce i tempi di reazione e permette di mantenere una certa normalità.

Lungo i percorsi di passaggio
Corridoi, scale e disimpegni sono punti critici: qui bastano piccole luci a led o torce compatte in posizioni visibili, così da illuminare subito il tragitto senza rischiare di cadere.

Vicino al letto
Un’interruzione di corrente di notte è ancora più disorientante. Una torcia frontale o una lampada ricaricabile sul comodino ti mette in condizione di muoverti senza esitazioni.

Doppie postazioni strategiche
Se in casa ci sono più piani o zone separate, prepara postazioni duplicate. Non dare per scontato di poter raggiungere una torcia dall’altra parte della casa in pieno buio.

Esempio reale
Durante un blackout invernale, una famiglia ha potuto scendere in sicurezza al piano terra grazie a luci posizionate strategicamente lungo le scale e torce pronte sia in camera da letto che in soggiorno.

Focus
L’illuminazione d’emergenza è efficace solo se è immediatamente accessibile. Posizionarla nei punti giusti significa ridurre rischi, velocizzare le azioni e mantenere la calma anche nel buio più improvviso.

Differenza tra blackout localizzato e prolungato

La strada sotto casa è illuminata, ma il tuo palazzo è completamente al buio. Oppure, al contrario, guardi fuori dalla finestra e scopri che tutta la città è immersa nell’oscurità. Entrambe le situazioni si chiamano blackout, ma sono mondi diversi per cause, durata e impatto.

Blackout localizzato: il guasto di quartiere
Di solito riguarda un edificio, una via o un’area limitata. Può essere causato da un cortocircuito, lavori di manutenzione, un trasformatore danneggiato. Spesso la durata è contenuta, da pochi minuti a qualche ora, e le squadre tecniche possono intervenire rapidamente. L’impatto è limitato, ma se l’area colpita è critica (ospedali, aziende, nodi di trasporto) può creare disagi immediati.

Blackout prolungato: il blocco su larga scala
Quando l’interruzione interessa interi quartieri, città o addirittura regioni, la complessità cresce esponenzialmente. Può derivare da eventi meteorologici estremi, guasti multipli sulla rete, incidenti industriali o sovraccarichi. In questi casi, i tempi di ripristino sono imprevedibili: si può parlare di ore, ma anche di giorni.

Perché la differenza è importante
Sapere se si tratta di un blackout localizzato o prolungato aiuta a prendere decisioni: restare in attesa o attivare un piano di emergenza. Nel primo caso può bastare una torcia e una powerbank; nel secondo, serve pensare a scorte di acqua, cibo, comunicazioni alternative e sicurezza domestica.

Come capirlo subito
Guarda fuori: se altre case o strade hanno luce, il problema è probabilmente locale. Controlla le fonti ufficiali (sito del gestore elettrico, canali social, radio locale) e ascolta la tua rete PoC per capire l’estensione dell’evento.

Esempio reale
Estate 2025: interi quartieri di Torino sono rimasti senza corrente per periodi molto lunghi, fino a 10 ore, a causa di più guasti concatenati; il blackout ha coinvolto circa 180mila abitanti e ha interessato quartieri come Vanchiglia, Barriera di Milano, Mirafiori, Borgo Vittoria e San Secondo, con ripetuti disservizi dovuti anche al caldo e al sovraccarico della rete.

Per quanto riguarda la Puglia, nel 2025: si è registrata una situazione molto critica con circa 21.000 guasti elettrici registrati nel primo semestre dell’anno, con blackout significativi in diverse aree, inclusi casi di disservizi per più di 12 ore ad Andria, oltre a problemi negli ospedali e nei trasporti pubblici.

Focus
Distinguere subito tra un blackout localizzato e uno prolungato è la prima mossa intelligente. Ti permette di calibrare la risposta e di proteggere meglio te stesso, la tua famiglia e le tue risorse.

Uso pratico della PoC Radio e di altri sistemi alternativi

Restare in contatto anche quando tutto il resto si spegne

Nel momento in cui la rete cellulare sembra apparentemente down, Internet congestionato, o c’è troppo traffico telefonico per riuscire a chiamarsi, molte famiglie si trovano completamente isolate.
Ma non deve essere per forza così.

Esistono strumenti alternativi di comunicazione, semplici da usare e oggi finalmente accessibili a tutti. Primo fra tutti: la PoC Radio.

Cos’è una PoC Radio e perché è diversa da un walkie-talkie

La PoC Radio (Push-to-Talk Over Cellular) non è un giocattolo e non è neppure un semplice walkie-talkie.
È un dispositivo che sfrutta la rete dati — anche con copertura minima — per comunicare in modo immediato, stabile e chiaro.
Funziona con un solo tasto, senza bisogno di comporre numeri o avviare chiamate.
E se la rete dati cade del tutto? Con le versioni più avanzate, è possibile usare anche frequenze dirette in locale o reti Wi-Fi interne.

Perché una famiglia dovrebbe avere almeno una PoC attiva

  • Per rimanere in contatto anche quando i cellulari non rispondono
  • Perché è semplice da usare anche per bambini e anziani
  • Perché permette di comunicare senza distrazioni (non ha social, notifiche, pubblicità)
  • Perché può essere configurata in modalità gruppo: un solo messaggio vocale raggiunge tutti i membri della famiglia

Esempi pratici di utilizzo familiare

  • Scenario blackout + mancanza apparente rete cellulare
    → Mamma, papà e figli hanno una PoC in casa e una nello zaino. Basta premere un tasto per dirsi “tutto ok”.
  • Scenario alluvione improvvisa
    → Figlio al liceo, genitori a lavoro. Il gruppo PoC familiare permette un contatto vocale istantaneo anche in mezzo al caos.
  • Scenario esercitazione
    → Una sera a settimana, la famiglia fa una prova: “Simuliamo che non funzioni il cellulare. Come comunichiamo?”

Alternative alla PoC Radio: cosa avere in casa

Anche se la PoC è lo strumento più efficace, ecco altri sistemi di emergenza utili da affiancare:

  • Fischietto: semplice, universale, efficace anche nel rumore
  • Messaggi scritti da lasciare in punti chiave (porta, frigo, cancello)
  • Segnali luminosi o sonori: una torcia lampeggiante può attirare l’attenzione anche al buio
  • App Bluetooth peer-to-peer: alcune app permettono di inviare messaggi senza rete, ma servono due smartphone vicini e configurati

Cosa evitare (e cosa no)

  • Evita di affidarti solo a WhatsApp o Telegram: se salta la rete, non servono a nulla
  • Evita dispositivi complicati con mille funzioni: meglio pochi tasti e ben visibili
  • Non aspettare l’emergenza per imparare: serve esercitarsi prima

Focus

  • La PoC Radio è oggi lo strumento più semplice, efficace e accessibile per comunicare in emergenza
  • Ha un’alta percentuale di funzionamento anche dove il cellulare si blocca e può raggiungere tutta la famiglia con un solo tasto
  • È adatta anche a bambini e anziani, senza bisogno di spiegazioni complicate
  • Deve far parte del kit familiare, insieme a segnali vocali, torce, messaggi scritti e piani alternativi
  • La comunicazione non può essere improvvisata: va testata, spiegata e resa familiare con esercizi brevi e regolari

Ruoli e responsabilità in casa: chi fa cosa (senza rigidità, con flessibilità)

Quando si parla di emergenze o situazioni impreviste, il rischio più grande non è la confusione esterna, ma la disorganizzazione interna.
Nelle famiglie dove nessuno sa chi deve fare cosa, anche un semplice blackout può diventare fonte di panico o discussioni inutili.

Ma attenzione: non servono gerarchie rigide o regole da caserma. Serve solo chiarezza, buon senso e un minimo di accordo preventivo.
Ecco come distribuire ruoli e responsabilità in modo sano, flessibile e realistico.

La regola d’oro: sapere chi sa fare cosa

Prima ancora di stabilire chi fa cosa, serve capire chi sa fare cosa.

  • Chi ha più dimestichezza con i dispositivi elettronici?
  • Chi ha già esperienza con il pronto soccorso o con la guida in situazioni difficili?
  • Chi ha il sangue freddo nei momenti tesi?

Mappare le competenze reali della famiglia è il primo passo per assegnare ruoli efficaci, senza forzature.

Ruoli di base da definire in ogni famiglia

Ogni nucleo familiare dovrebbe identificare almeno questi ruoli:

  • Gestore dell’illuminazione e dell’energia
    Tiene sotto controllo torce, batterie, powerbank, pannelli solari.
  • Custode della comunicazione
    Conosce l’uso della PoC radio, PMR, CB, dei numeri d’emergenza e dei contatti familiari.
  • Responsabile delle scorte
    Tiene aggiornata la dispensa di emergenza: acqua, alimenti, fornello, ecc.
  • Addetto al primo soccorso
    Sa dove si trova il kit medico e conosce le basi del suo utilizzo.
  • Coordinatore dei documenti e dei piani
    Tiene le copie di emergenza dei documenti, le mappe, i punti di ritrovo.
  • Supporto psicologico (spesso è uno dei genitori)
    Tiene un tono calmo, rassicura i più piccoli, mantiene l’equilibrio emotivo.

Coinvolgere anche bambini e anziani (con intelligenza)

Anche i più piccoli possono avere un ruolo:

  • Portare la propria torcia.
  • Tenere vicino il proprio zainetto.
  • Sapere a chi rivolgersi in caso di separazione.

Gli anziani, se lucidi, possono aiutare a mantenere la calma, raccontare come si affrontavano le difficoltà una volta, o gestire la radio.

Flessibilità sopra tutto

I ruoli non sono scolpiti nella pietra.
Serve un approccio adattabile:

  • Se il “custode della radio” è fuori casa, qualcun altro ne assume il ruolo.
  • Se un genitore è assente, l’altro deve sapere dove sono le scorte o i documenti.

L’obiettivo non è creare una struttura militare, ma una rete familiare resiliente, dove ognuno sa cosa fare ma è anche pronto a cambiare ruolo se serve.

Una piccola tabella stampata (senza stress)

Non serve creare un “piano di evacuazione” da film. Basta una semplice tabella magnetica sul frigo o una pagina nel diario di famiglia con:

  • Chi è il referente per cosa
  • Dove si trovano le cose essenziali
  • Numeri importanti
  • Eventuali punti di ritrovo

Un supporto pratico e visibile, aggiornabile quando cambiano le esigenze.

Focus

  • I ruoli aiutano a prevenire caos e panico, anche nei piccoli imprevisti.
  • Vanno assegnati con intelligenza, flessibilità e collaborazione.
  • Anche bambini e anziani possono contribuire, se coinvolti correttamente.
  • La comunicazione aperta e l’ascolto sono più importanti di qualsiasi piano rigido.

Il prepping familiare è soprattutto una forma di dialogo continuo, non di controllo.

Cos’è il Prepping Cittadino applicato alla famiglia: tra saggezza antica e tecnologia moderna

Chi ha vissuto accanto a un nonno contadino o a una nonna che sapeva aggiustare tutto con ago e filo, sa esattamente cosa significa prepararsi alla vita. Non c’era nulla di estremo: era solo buon senso. Oggi quella saggezza rischia di scomparire, travolta da una cultura che vive alla giornata, ma possiamo salvarla — e aggiornarla — grazie al concetto di Prepping Cittadino.

Una preparazione quotidiana, non apocalittica

Nel sentire comune, “prepping” evoca bunker, scorte esagerate, paura del collasso. Ma il Prepping Cittadino applicato alla famiglia è tutt’altro. Non si basa sull’allarmismo, ma sulla prevenzione concreta.
Significa avere una torcia che funziona, uno zaino pronto in casa, sapere dove si trovano le chiavi di scorta, avere contatti rapidi con chi si ama. Significa sapere come reagire a un blackout, a un’alluvione, a un imprevisto.
Non per vivere nella paura, ma per proteggere ciò che conta, serenamente.

La saggezza di ieri, gli strumenti di oggi

Oggi possiamo integrare ciò che i nostri nonni facevano d’istinto con ciò che la tecnologia ci mette a disposizione.

  • Dove loro usavano un barattolo di fagioli, noi possiamo aggiungere un powerbank carico.
  • Dove loro avevano una radio a batterie, noi possiamo usare una PoC Radio per rimanere in contatto con chi conta.
  • Dove loro si affidavano alla memoria, noi possiamo creare una checklist condivisa di famiglia su carta o app.

Il punto non è sostituire il passato, ma fonderlo col presente, per non perdere il buono di nessuno dei due.

Famiglia come unità di resilienza

Prepararsi da soli è importante. Ma prepararsi in famiglia è un altro livello.
Significa sapere dove sono i propri figli in caso di emergenza.
Significa che anche i bambini possono imparare a usare la torcia o a fare una chiamata in caso di bisogno.
Significa che se succede qualcosa mentre uno dei due genitori non è in casa, l’altro sa già cosa fare.
E tutto questo senza panico, senza ansie, ma con metodo e semplicità.

Un esempio concreto

Mettiamo che salti la corrente per 12 ore.

  • In casa c’è una torcia per ogni camera?
  • Qualcuno sa dove si trova la radio d’emergenza o la PoC?
  • C’è acqua sufficiente per tutti, almeno per una giornata?
  • I nonni, se vivono da soli, sanno chi chiamare subito?

Rispondere “sì” a queste domande non richiede un master, ma solo attenzione e amore.

Prepping è amore, non paura

Prepararsi non significa aspettarsi il peggio.
Significa voler bene abbastanza da non farsi trovare impreparati.
Significa voler dare sicurezza ai propri figli, non con le parole, ma con i fatti.
Significa usare la tecnologia in modo intelligente, senza farsi dominare, ma mettendola al servizio della famiglia.

Quindi?

  • Il Prepping Cittadino familiare non è estremo, è quotidiano.
  • Unisce il buonsenso del passato agli strumenti di oggi.
  • Coinvolge tutta la famiglia con semplicità.
  • Serve a vivere meglio, non a vivere nella paura.

E soprattutto: inizia da piccoli gesti. Da una torcia pronta. Da un messaggio condiviso. Da una scelta d’amore.

PREPPING PER LA FAMIGLIA

In un mondo che corre veloce, la sicurezza familiare viene spesso data per scontata. Eppure, basta poco perché una giornata qualsiasi si trasformi in un imprevisto: un blackout, una bomba d’acqua, un guasto alla rete telefonica o una lunga coda bloccata in autostrada con bambini piccoli a bordo. Il Prepping per la famiglia non è una scelta estrema: è semplicemente buon senso applicato alla vita di tutti i giorni.

Quello che oggi chiamiamo prepping cittadino non ha nulla a che vedere con gli scenari apocalittici dei film o con la cultura del panico. È piuttosto un ritorno alla lucidità, alla prevenzione consapevole, a quel tipo di attenzione che i nostri nonni conoscevano bene. Loro non avevano smartphone, app di tracciamento o power bank: avevano però scorte ben gestite, abitudini solide e una rete di relazioni affidabili.

Oggi possiamo fare lo stesso, ma con strumenti moderni e senza rinunciare alla nostra vita quotidiana. Avere in casa un piccolo zaino d’emergenza, saper comunicare con i propri cari in caso di interruzione delle reti, tenere la macchina sempre con un minimo di carburante, insegnare ai figli cosa fare se succede qualcosa: sono gesti semplici, realistici, intelligenti.

Il Prepping per la famiglia è questo: proteggere chi amiamo partendo dalle basi, senza ansie, senza eccessi. È un percorso concreto, che comincia dal salotto di casa e si costruisce giorno dopo giorno. È la naturale evoluzione di una saggezza antica, rivisitata con gli strumenti di oggi.