Come prepararsi meglio per la prossima volta (perché ci sarà)

Quando l’acqua si ritira, resta il silenzio. Le strade piene di fango, i mobili ammassati fuori dalle case, gli sguardi vuoti di chi ha perso tutto. In quel momento arriva una certezza difficile da accettare: non sarà l’ultima volta. Le alluvioni urbane in Italia non sono più eventi eccezionali, ma fenomeni destinati a ripetersi. Prepararsi significa imparare dall’esperienza per ridurre i danni futuri.

Accettare la realtà del rischio

  • ISPRA e Protezione Civile indicano che oltre 7 milioni di italiani vivono in aree a rischio alluvione.
  • Le piogge estreme aumentano di frequenza: non si tratta di “se”, ma di “quando”.
  • La memoria corta è il nemico peggiore: chi dimentica, si fa trovare sempre impreparato.

Migliorare la casa

  • Rialzare prese e quadri elettrici ai piani alti.
  • Usare mobili resistenti e facili da spostare al piano terra.
  • Installare valvole antiriflusso nei sistemi fognari.
  • Preparare barriere anti-acqua fai-da-te da posizionare rapidamente alle porte.

Preparare la famiglia

  • Definire un piano di emergenza familiare: chi prende cosa, dove ci si incontra, quali parole guida usare.
  • Tenere aggiornato lo zaino d’azione rapido con torcia, radio e documenti.
  • Fare piccole esercitazioni periodiche: simulare l’evacuazione o il passaggio ai piani superiori.

Rinforzare la rete comunitaria

  • Creare gruppi di quartiere o chat dedicate alle allerte.
  • Diffondere le app e i canali ufficiali di allerta.
  • Condividere esperienze, errori e soluzioni: ciò che hai imparato può salvare qualcun altro.

Una testimonianza diretta

“Dopo l’alluvione del 2014 ho promesso a me stesso che non mi sarei fatto sorprendere di nuovo. Ho alzato il contatore elettrico, preparato un kit e fatto installare valvole antiriflusso. Quando nel 2019 l’acqua è tornata, i danni sono stati minimi.”
Gianni, residente a Genova

Focus

Non si può fermare la pioggia, ma si può ridurre la vulnerabilità. Prepararsi meglio per la prossima volta significa trasformare un’esperienza dolorosa in un investimento di resilienza. La prossima alluvione arriverà, ma potrà trovarci più consapevoli, più pronti e meno fragili.

Punto di raccolta urbano: come stabilirlo tra amici, colleghi, familiari

Le strade sono caotiche, il traffico è paralizzato e la rete telefonica inizia a dare segni di cedimento. In situazioni così, ogni minuto sprecato cercando di capire dove incontrarsi può trasformarsi in pericolo. Avere un punto di raccolta prestabilito significa sapere già dove andare, senza esitazioni e senza bisogno di coordinarsi all’ultimo momento.

La scelta del luogo
Un punto di raccolta deve essere sicuro, facilmente riconoscibile e accessibile a tutti i membri del gruppo. Può essere una piazza, un edificio pubblico, un parcheggio coperto o un’area verde lontana da potenziali pericoli come fiumi, linee ferroviarie o strade ad alto scorrimento.

Vicino ma non troppo
Il punto deve essere abbastanza vicino per essere raggiunto rapidamente, ma non così vicino da essere coinvolto direttamente nell’evento di emergenza. Se l’incendio è in centro città, il punto dovrebbe essere in un’area periferica, non a due isolati dall’incendio stesso.

Più di un’opzione
Stabilire un solo punto può essere rischioso. È utile concordare almeno due o tre alternative, etichettate come “Punto A”, “Punto B” e “Punto C”, da usare in base alle circostanze.

Segnalazione e riconoscimento
Una volta arrivati, i primi devono rendere visibile la loro presenza: bandana colorata, giubbotto riflettente o un oggetto riconoscibile. In questo modo, chi arriva in un secondo momento potrà individuare il gruppo anche in mezzo alla folla.

Esempio reale
Durante una massiccia interruzione dei trasporti, un gruppo di colleghi è riuscito a riunirsi rapidamente in un parcheggio di un centro commerciale precedentemente stabilito come punto di raccolta. Mentre molti restavano dispersi tra le strade, loro erano già insieme, pronti a decidere il passo successivo.

Focus
Il punto di raccolta urbano è un pilastro della preparazione cittadina: un luogo sicuro e concordato che riduce tempi, ansia e incertezze. Concordarlo in anticipo con amici, colleghi e familiari significa affrontare qualsiasi emergenza con un vantaggio strategico.

Pianificazione personale di percorsi A, B e C (anche senza rete)

Affidarsi a un solo percorso per raggiungere casa, il lavoro o un punto di incontro è un errore comune. Nel prepping cittadino, la regola è semplice: per ogni tragitto importante devi avere tre alternative pronte – il percorso A, il percorso B e il percorso C – e saperle usare anche se la rete è fuori servizio.

Il percorso A è quello abituale, veloce e comodo. Lo usi nella vita di tutti i giorni, ma sai che in caso di blocco sarà il primo a congestionarsi.
Il percorso B è l’alternativa più diretta, spesso un po’ più lunga, ma già testata e sicura. Ti serve quando il tragitto principale è impraticabile.
Il percorso C è il piano di riserva: quello che potresti percorrere a piedi, in bici o usando vie secondarie e passaggi poco noti, magari attraversando parchi o zone pedonali. Non è il più comodo, ma è quello che ti garantisce movimento quando tutto il resto è fermo.

Per pianificarli bene:

  • Studia la mappa della tua città e segna punti di riferimento facilmente riconoscibili.
  • Memorizza collegamenti tra quartieri senza passare per arterie principali.
  • Calcola in anticipo il tempo di percorrenza a piedi o in bici.
  • Individua punti di sosta sicuri lungo ogni percorso (bar, stazioni di servizio, aree coperte).

Esercitati a percorrere tutte e tre le rotte in momenti diversi della giornata e in condizioni differenti: traffico normale, pioggia, di sera. Questo ti aiuterà a capire tempi reali, criticità e vantaggi di ciascuna opzione.

Se lavori o ti muovi spesso in altre città, adotta la stessa logica anche lì. Non c’è nulla di peggio che restare bloccati in un luogo poco familiare senza un piano di movimento.

Un trucco che pochi usano: tenere una mappa cartacea piegata nello zaino o nel cruscotto. In caso di batteria scarica o GPS fuori uso, sarà la tua ancora di orientamento.

Focus

  • Avere tre percorsi riduce il rischio di restare bloccati
  • Ogni tragitto deve essere testato in anticipo
  • Il percorso C è spesso quello più trascurato ma più utile in emergenza
  • Mappe cartacee e punti di riferimento visivi sono fondamentali