MALPENSA: «ARRIVA MENO CARBURANTE ENI, FATE RIFORNIMENTO IN ALTRI SCALI».

Ecco un riepilogo (“fact‐check” + spiegazione) di quello che emerge dalle fonti sul problema del carburante a Malpensa, e qualche possibile conseguenza:

Cosa dicono le fonti

  • È stato emesso un NOTAM (bollettino ufficiale per gli operatori aeronautici) che segnala una disponibilità ridotta di carburante Jet A1 fornito da Eni per l’aeroporto di Milano Malpensa.
  • La riduzione è dovuta a un guasto in un impianto della raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi.
  • Il NOTAM raccomanda che, quando possibile, le compagnie riforniscano carburante nei precedenti scali di partenza (cioè “tankering” o imbarcare carburante extra prima) per garantire le tratte successive.
  • La validità del NOTAM è indicata fino al 1° gennaio 2026 (mezzanotte).
  • Il calo stimato della produzione: circa 10 % in ottobre e 25 % in novembre.
  • Sono previste misure mitigative:
    • chiedere all’altra raffineria (API-IP) di aumentare la produzione Jet A1.
    • portare carburante da altri impianti Eni tramite autobotti al centro di smistamento a Rho (Milano).
    • far sì che il deposito carburante di SEA (la società aeroportuale) accetti autobotti Eni in via emergenziale.

Perché succede

La causa scatenante è un guasto tecnico nella raffineria Eni, che limita la produzione di Jet A1. Poiché Eni detiene una quota significativa del rifornimento a Malpensa (circa due terzi, secondo fonti di settore) la sua riduzione impatta sensibilmente sull’offerta locale.

In aggiunta:

  • Malpensa ha come fonti di rifornimento solo due raffinerie: quella di Sannazzaro (Eni) e quella di Trecate (API-IP).
  • Se una delle fonti viene compromessa e l’altra non può compensare completamente, ecco che nasce la carenza locale.
  • Le compagnie possono operare “tankering” (trasportare più carburante del minimo richiesto per evitare di dover rifornire nello scalo problematico) quando la rotta e il peso consentono.

Conseguenze possibili e rischi

  • Ritardi o cambi di pianificazione operativa per alcune rotte brevi/medie, specialmente quelle che normalmente rifornivano a Malpensa.
  • Aumento dei costi operativi per le compagnie che devono pianificare rifornimenti alternativi, carburante extra, deviazioni o operare con margini di sicurezza maggiori.
  • Maggiore complessità nella logistica del carburante negli aeroporti limitrofi.
  • Se il guasto perdura, rischio che la capacità di servire voli diventi più limitata, con possibili cancellazioni o modifiche.
  • Impatto sull’efficiente funzionamento delle rotte nazionali/internazionali che utilizzano Malpensa come hub.

Riflessione in chiave Prepping Cittadino

Il caso di Malpensa è un esempio perfetto di come la vulnerabilità non nasca solo da eventi catastrofici, ma da semplici guasti tecnici all’interno di una catena logistica complessa. Un malfunzionamento in una raffineria – un punto su migliaia nella rete energetica nazionale – può bastare a mettere in difficoltà uno dei principali hub aeroportuali italiani.

Nell’ottica del prepping cittadino, questo evento mostra in modo concreto quanto sia sottile la linea che separa la normalità dall’interruzione dei servizi essenziali. Non si parla di blackout generalizzati o guerre, ma di una catena che, spezzandosi in un solo anello, costringe interi settori a riorganizzarsi in poche ore.

Per il cittadino, il messaggio è chiaro:

  • non servono scenari estremi per trovarsi in difficoltà;
  • le crisi più probabili nascono da colli di bottiglia industriali, infrastrutturali o logistici;
  • la vera preparazione è prevedere i punti deboli del sistema e avere alternative pronte.

Nel contesto urbano, un “alert Malpensa” come questo si traduce in un principio chiave:

Prepararsi significa capire quanto dipendiamo da sistemi invisibili e cosa accade quando, anche solo per pochi giorni, smettono di funzionare.

Questo vale per l’energia, i trasporti, le comunicazioni e ogni rete che diamo per scontata. È proprio da eventi “minori” come questo che si possono costruire simulazioni reali di resilienza cittadina, senza bisogno di catastrofi per imparare a reagire con lucidità.

Micro-preparazioni settimanali: cibo, acqua, energia, comunicazione

Piccoli gesti costanti che fanno la vera differenza

Non servono settimane di ferie per prepararsi.
La vera resilienza nasce da micro-preparazioni costanti, integrate nella routine della settimana.
Bastano 20 minuti ogni 7 giorni per mantenere la famiglia pronta in modo semplice, equilibrato e senza stress.

Cibo: rotazione intelligente e scorte vive

Non accumulare scatolette fino al soffitto.
Meglio:

  • Aggiungere ogni settimana 2-3 alimenti a lunga conservazione (riso, legumi, barrette)
  • Ruotarli con il consumo normale: ciò che entra prima, esce per primo
  • Avere sempre 3 giorni di pasti pronti per tutta la famiglia
  • Tenere anche snack semplici per bambini e anziani

Una buona scorta è invisibile, accessibile, utilizzabile.

Acqua: una riserva semplice, costante e pulita

Ogni settimana:

  • Controlla lo stato delle bottiglie conservate (evita esposizione diretta a luce e calore)
  • Svuota e riempi nuovamente le taniche usate per il backup idrico
  • Verifica la disponibilità di metodi alternativi (filtri, pastiglie, bollitori da campeggio)

Avere 6 litri d’acqua a persona per almeno 3 giorni non è difficile:
è una questione di abitudine, non di allarmismo.

Energia: autonomia minima sempre attiva

Settimanalmente puoi:

  • Controllare la carica di batterie ricaricabili e powerbank
  • Tenere caricato almeno un dispositivo (cellulare, torcia o radio) ogni giorno a rotazione
  • Verificare lo stato delle lampade d’emergenza
  • Sperimentare brevi momenti “senza corrente” come esercizio familiare

La domanda giusta da porsi è:

“Se saltasse la luce adesso, cosa useremmo per 12 ore?”

Comunicazione: testare, provare, simulare

La preparazione alla comunicazione non si fa nel caos, ma nel silenzio.
Ogni settimana:

  • Accendi per 5 minuti la PoC Radio e fai un test con un altro membro della famiglia
  • Simula brevi messaggi vocali da usare in caso di emergenza
  • Verifica che tutti abbiano numeri scritti su carta, nel portafoglio o nello zaino
  • Allenati a trasmettere con voce calma e chiara un messaggio semplice (es. “tutto ok”, “sto tornando”, “ci vediamo al punto A”)

Scegli un giorno della settimana e rendilo routine

Può essere la domenica mattina, il lunedì sera o il sabato pomeriggio.
Importante è che sia sempre lo stesso, riconoscibile e leggero.
Non deve diventare un obbligo, ma un piccolo rito.
Un segnale concreto d’amore e protezione per la famiglia.

Focus

  • Il prepping settimanale richiede meno di mezz’ora
  • Basta mantenere cibo, acqua, energia e comunicazioni sotto controllo
  • Piccole azioni costanti evitano accumuli disordinati
  • La routine dà sicurezza a tutta la famiglia
  • La resilienza si costruisce con la semplicità, non con la paranoia