Coinvolgere vicini e amici: la rete di prossimità in caso di futuro blackout
Durante il blackout hai notato una cosa: c’è chi si è chiuso in casa al buio e chi, al contrario, ha bussato al vicino per condividere una torcia o una bottiglia d’acqua. In città non esistono rifugi isolati: la resilienza nasce proprio dalla rete di prossimità, fatta di vicini e amici che possono aiutarsi a vicenda.
Perché la rete conta più del singolo
- Un kit perfetto in una sola casa è utile, ma una strada intera preparata è imbattibile.
- Condividere risorse riduce gli sprechi: non tutti hanno bisogno di comprare tutto.
- In emergenza, la rapidità del passaparola tra vicini vale quanto un canale radio.
Come iniziare senza imbarazzo
- Racconta il blackout come esperienza comune: “Anche voi siete rimasti senza rete? Io ho risolto così…”.
- Offri soluzioni pratiche, non discorsi: “Ho una lampada in più, ve la presto per la prossima volta”.
- Evita i toni da predicatore: meglio piccoli gesti che convincono con i fatti.
Strumenti concreti
- Chat di condominio o di quartiere: utili per coordinarsi anche nei momenti di normalità.
- Incontri informali: una cena o un caffè per scambiarsi idee senza formalità.
- Radio o PoC condivise: creare un canale locale dedicato al quartiere, pronto a riattivarsi in caso di crisi.
Focus
Coinvolgere vicini e amici significa passare da individui isolati a comunità resilienti. In un blackout, sapere di non essere soli è già metà della sicurezza.